Sasso di Castalda, nuova frontiera per i turisti

Sasso di Castalda, nuova frontiera per i turisti

Sasso di Castalda è un piccolo borgo di meno di mille abitanti collocato a ridosso dell’appennino lucano. Pur essendo dislocato all’interno di questa catena montuosa, è facilmente raggiungibile perché a poca distanza dal sistema autostradale Salerno Reggio Calabria e dalla Basentana. I monti del suo territorio, ricchi di boschi, di sorgenti e di pascoli, costituiscono la porta settentrionale del Parco Nazionale dell’appennino lucano. Il borgo medioevale ai piedi di una rocca, che ne caratterizza il nome, costituisce uno dei più suggestivi paesi lucani che rappresentano l’evoluzione del mondo contadino meridionale. Dai vicoli e dalle viuzze dei quartieri medioevali, l’abitato si allarga poi con un sistema di villette e giardini, offrendo un impatto visivo di rara bellezza.

Il numero di strutture ricettive alberghiere e ristorative presenti, testimonia la tradizione di accoglienza turistica già consolidata del territorio.

Nell’ambito di quelle che sono le richieste sempre più esigenti da parte delle popolazioni odierne, possiamo dire che Sasso si presta sempre più a diventare una potenziale meta per i turisti. Potrebbe essere un’ipotetica scelta per coloro che necessitano di evadere dal caos della città e ritagliarsi qualche ora o qualche giorno immersi nella natura passeggiando fra gli alberi e dissetandosi alle numerosi sorgenti presenti sul suo territorio.

Potrebbe essere per il viaggiatore l’occasione di organizzare quello che oggi definiamo city break, cioè una vera e propria “fuga dalla città”, nata dalla necessità di soddisfare il desiderio di sentirsi in vacanza anche nel tempo ordinario organizzando quindi viaggi più frequenti e brevi. La visita al borgo di Sasso di Castalda e alla sua montagna e i suoi boschi può essere fatta anche in pochi giorni. Il visitatore potrà completare il suo itinerario anche in 2 giorni.

Sasso si colloca anche nell’ottica di potenziale meta dei viaggiatori più esigenti, alla ricerca di nuove esperienze che li possano cambiare ed arricchire. L’antica contrapposizione tra il turista e il viaggiatore e il dato oggettivo che mostra che siamo sempre meno turisti e più viaggiatori, ci permette oggi di collocare il nostro prodotto turistico in un mercato sempre più competitivo, ma allo stesso tempo più variegato. Si potrà indirizzare questo prodotto ad un target la cui esigenza non è più quella di consumare passivamente il viaggio senza alcun coinvolgimento, ma proprio quella di partecipare attivamente alla sua realizzazione e di viverne la dimensione “esperienziale”.

È possibile adattare e diversificare, oltre che arricchire di sempre nuovi contenuti ed esperienze, il nostro itinerario alla fascia specifica di clientela che di volta in volta avremo. Potremmo incentrarci di più sull’aspetto culturale ed enogastronomico (visita del borgo attraverso il sistema di viuzze che emergono dal geosito la Manca e caratterizzano il centro storico del paese, arricchita da esperienze di partecipazione attiva alla lavorazione di prodotti tipici del posto); di più sull’aspetto naturalistico-scientifico se ci confrontiamo con appassionati della natura, cultori di trekking ed escursionisti, studiosi naturalisti. 

La nostra destinazione soddisfa anche l’esigenza di quelle persone che  necessitano di un recupero di dimensioni simbolico-esperienziali che sono state bandite dalla nostra vita moderna, ma che pur sempre sono necessarie per il benessere personale e sociale. Il viaggiatore è dunque sempre più alla ricerca di esperienze uniche, quasi estreme, spesso irrazionali in cui l’imprevisto e la scarica di adrenalina le rendono particolarmente affascinanti. In questa direzione a Sasso il visitatore potrà vivere l’attraversamento adrenalinico del “Ponte alla Luna”, che è un sistema di quattro ponti tibetani di dimensioni diverse (il più grande è lungo 300 metri e alto 100), che permettono più volte di passare da una montagna ad un’altra sospesi su un vallone di straordinaria bellezza che è anche un geosito (affioramento di un fondale oceanico).

Per chi non avesse coraggio o incoscienza sufficiente, potrà bastare anche semplicemente l’affaccio sullo skywalk e la visita alla rocca, per godere di una visuale mozzafiato sul borgo e su tutta la valle del Melandro.

La nostra destinazione può diventare dunque una meta per coloro che manifestano l’esigenza di soddisfare dei bisogni compensatori, cioè sono alla ricerca di rituali di inversione, che consentano loro di uscire dagli schemi prefissati della nostra società. Si punta perciò su itinerari che permettono di conoscere il paese da una prospettiva diversa, arricchiti da attività che consentono al viaggiatore di vivere esperienze e comportamenti fuori dal consueto. Al termine del viaggio il visitatore potrà dire di aver vissuto un’esperienza vera e propria.

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